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Accademia del gioco dimenticato

I VOSTRI PENSIERI IN RICORDO DI GIORGIO FEDERICO REALI

FONDATORE DELL'ACCADEMIA DEL GIOCO DIMENTICATO

  • Anna M. Simm
    Giorgio Reali

    Milano,  29 gennaio 2000 ore 19

    ALLA RICERCA DEL GIOCO PERDUTO
    ( Giochi di strada e dimenticati anche delle nostre zone)
    E’ stato definito da un giornalista "il Peter Pan del terzo  millennio".

    Giorgio F. Reali di Merano arriva a Milano ormai più di quindici anni  fa. Tre figli, ragioniere e istruttore di scuola guida "part-time" ora  pubblicista, scrittore e ricercatore non solo nel panorama italiano, ha fondato  l’Accademia del Gioco Dimenticato con sede in via Della Sila 25. www.giocodimenticato.it.

    Ora sta per pubblicare un libro sul gioco creativo presso la casa  editrice Salani, sta preparando per i Comuni di Milano, di Zagarolo (Rm) e di Cigole (Bs)  tre giardini permanenti del gioco dimenticato fruibili da tutti in altrettante aree  cittadine (a Milano in via Rombon) … Collaborerà con Gino&Michele come esperto  di giochi della Milano di 40 anni fa (alla ricerca dei mitici "tollini") per le  realizzazione di un film tratto dal loro ultimo romanzo, "Neppure un rigo in cronaca,  Rizzoli.

    Un personaggio particolare in una società che ha perso il rapporto col  gioco creativo e "agito" anche a livello di costruzione personale (oggi è molto  raro che ci si fermi a disegnare per terra le tracce del MONDO o CAMPANA o che ci si  diverta a "GIUGA’ A PURTAS IN CADREGHIN", cioè portare qualcuno seduto  sulle mani e braccia intrecciate di altri due) … un mondo dove i parchi e i cortili  sono sempre più poveri di attrezzature e disorganizzati anche a livello di animazione,  cura e sicurezza personale. Un mondo dove il concetto filosofico di gioco è profondamente  mutato, assieme purtroppo al suo costo in denaro. Non tutti i "giochi" si  traducono in "giocattoli", ricorda Reali; il vero gioco da un punto di vista  filosofico è quello che addirittura non ha oggetto.

    E in ogni caso per lui il gioco non è solo una forma di svago, è  creazione ed esercizio dell’intelligenza e pure terapia per il recupero di alcune  problematiche legate all’infanzia, o legate al mondo della terza età o addirittura a  certi handicap. Egli sottolinea dunque il diritto di esplicitare quello che secondo  Umberto Eco è uno dei bisogni fondamentali dell’individuo, il quarto su cinque dopo  nutrimento, sonno, affetto e prima del "chiedersi perché", cosicché ognuno di  noi deve esistere proprio come "Homo (anche) ludens".

    Per questo Reali ha iniziato anche a compilare un elenco dei  "cento giochi" da salvare per il nuovo millennio: la raccolta di schede che  procede in tutta Italia tramite internet sta assegnando la vittoria  all’intramontabile "girotondo" seguito da "aquilone", "catapulta"…ecc.

    Nella sede dell’Accademia , dove è coadiuvato da Laura Almansi,  Reali mi informa che la passione per il gioco si radica ovviamente nella sua infanzia  quando viveva in una vecchia casa , con un grande cortile che ospitava una quindicina di  bambini, nei pressi della parrocchia dotata di oratorio (e immancabili flipper e calcio  balilla) e campo da calcio .

    Di conseguenza si può pure comprendere l’attrattiva che i giochi  di strada così poveri possano esercitare ancora su di lui. Il piacere di costruire per la  funzione e non per l’estetica gli deriva da quegli anni anche se oggi il suo  orientamento è quello di costruire oggetti e di insegnare a costruirne – ri/creare  come ri/ciclare- (trampoli, carrettini, trenini di tappi, o altro) che siano belli con  pochissima spesa, facendo in modo che sia lo stesso bambino a decorare il suo giocattolo,  stabilendo con esso una sorta di transfert affettivo.

    Reali che fino a poco tempo fa girava l’Italia con la ormai mitica  LUDOBARCA al traino piena di giocattoli ed oggetti strani ora è conteso da alcune  trasmissioni televisive ( è stato già ospite di "Fatti vostri") tra cui lo  show di Maurizio Costanzo. E’ stato contattato dalla FAI (Fondo Ambiente Italiano)  che si sta interessando alle sue proposte che legano il recupero e la valorizzazione dei  giochi dimenticati e di strada al turismo e all’ambiente. Ad es. nel "giardino  dei giochi dimenticati" di Milano farà la sua comparsa il "nascondino  profumato" costituito da 12 o più siepi di rosmarino, maggiorana e così via che coi  suoi aromi e sapori diversi permetterà inoltre l’inserimento nell’attività  ricreativa anche dei bambini non vedenti o "down".

    Reali insomma gioca davvero e insegna a farlo.

    Per concludere ecco notizie specifiche per i nostri lettori sui giochi  d’un tempo del comasco ed in particolare della Svizzera italiana (raccolti a Lugano).

    Tra i giochi non comuni di queste zone che recentemente sono stati  classificati da Reali da ricordare i "Birilli a monte" , "Il pendolo"  e "La pigna nella gerla".

    "Birilli a monte": si tratta di giocare a birilli lanciando  la boccia di legno in salita verso la montagna, girare intorno ad un albero e colpire i  birilli (pure di legno) nel ritorno.

    "Pigna nella gerla": si cerca un sentiero costeggiato da una  ripida scarpata: per un tratto di circa 200 mt a turno ogni bambino deve correre con una  grande gerla sulle spalle. Dall’alto della scarpata gli altri bambini tirano le pigne  (dall’altra parte stando anche sugli alberi ). Chi arriva alla fine con meno pigne in  gerla, vince.

    "Pendolo": si usa la fune di ferro che serve per calare a  valle il legname; si lancia un pezzo di tronco ad essa fissato (30/40 cm di diametro e  pure di altezza) appeso a del filo di ferro più volte arrotolato poiché l’attrito  lo rende incandescente e lo fonde. Lungo il percorso vengono posizionati dei tronchetti in  piedi in modo che l’oscillazione del pendolo ne faccia cadere il maggior numero.

    Una ricerca importante questa di Reali per recuperare il contatto con  le nostre più profonde radici popolari.

 

 

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